Gli accordi del successo
Da quando ho iniziato a suonare la chitarra "da spiaggia", mi sono trovato via via a cercare gli accordi delle varie hits che mi colpivano. Caso strano, mi accorsi che c'era una sorta di "regola" che regnava sovrana nei ritornelli più orecchiabili di canzoni quali:
Zombie - Cranberries
Quella che non sei - Ligabue
Glorious - Andreas Johnson
Other side - Red hot chili peppers
Il mio nome è mai più - LigaJovaPelù
Pensa - Fabrizio Moro (vincitrice Sanremo 2007)
Svegliarsi la mattina - Zeroassoluto
Battle hymn - Manowar
[Continuerò l'elenco nel tempo, adesso mi ricordo queste]
E' chiaro!
Mi- Do Sol Re!
(o qualunque altra intonazione si voglia).
Lo scandalo totale è quando fai il pezzo
interamente composto da questi 4 accordi!
Non sono per la complessità come regola estetica fondamentale (vedi Nirvana)
ma pezzi pop del genere sono uno vero schiaffo alla miseria (compositiva),
[sopratutto se hai a disposizione tutto l'armamentario della produzione].
15 commenti:
Sì, è vero.. lo trovo incredibilmente scandaloso...
Non mi vergogno, ma mi imbarazza un po', a dire che io non me ne accorgo... credo che solo in pochi se ne accorgano!
Ogni tano mi capita di pensare a cosa pensano i componenti di un'orchestra quando accompagnano una band o un cantante (vedi s. remo); oppure a quando gli angolofoni ascoltano quei testi demenziali, tipo Avril Lavigne! (però a me piace.. eh eh..).
Alla prossima.
Primi miglioramenti! eh eh
Pensa...prima di sparare..pensa!
AHAHah
davide non spaccare il monitor !!!eheh skerzavo!
simone
E` sicuramente scandaloso questo fatto. Ma penso che in musica gli stessi accordi possono essere sempre suonati in modi differenti e originali. Ora non conosco bene quelle canzoni e non posso dire nulla, ma se avranno avuto successo... di chi e` colpa? del cantante o di chi ascolta?
La colpa è sempre è solo di...
ha iriagione sul pop e le altre cose ...
e certamente che ho ragione!
altrimenti che lo scrivevo a fare?
eheheh!
cmq il pop è una bestia strana!
ottimo Davide...
www.cgr.forumcommunity.net
(faccio spam)
mah...
In realtà è tutta la storia della musica popolare (nella accezione più ampia possibile del termine) che funziona così.
Strutture scarne, sempre le stesse che vengono rirprese e usate a proprio uso e consumo.Il rock campa su quattro accordi e una sola "forma" ritmica per almeno vent'anni.Il blues è tutto su un canovaccio riutilizzato all'infinito.
E questo solo per rimanere vicini nel tempo.
Anche le musiche accademiche funzionano più o meno così, le strutture sono quelle e poi ogni compositore le utilizza e (nel migliore dei casi) modifica a piacimento.
I cambiamenti e le innovazioni linguistiche in musica sono rari e procedono a passo di tartaruga.Soparattutto nelle musiche pop che sono clamorosamente più conservatrici delle accademie.
In fondo l'obbiettivo stesso della canzone pop è essere riconoscibile, cantabile, "utilizzabile" nel minor tempo possibile e a tutti accessibile; in questa propspettiva l'utilizzo di codici linguistici riconoscibili mi sembra coerente.
Ma soprattutto funziona, ed è questo in fondo che conta secondo me.
(spero che il tuo blog campi più del mio che è morto per disaffezione e mancanza di tempo da dedicargli...dai che così si parla un po di musica..e di gnocca!)
sull'esistenza di coerenza di strutture in musica, sono d'accordo.
Alla fine il nostro cervello ragiona per "modularità", cioè schemi e quindi non sono tanto contro la struttura tipo:
intro
strofa
bridge
ritornello
strofa
bridge
ritornello
outro (o finale).
[mi ricorda un pezzo degli stratovarius, indovinate quale...]
questa si ritrova nella maggior parte dei casi, nel pop sopratutto.
il problema è cosa metterci dentro!
Si cosa metterci dentro è uno dei problemi.
Secondo me una valutazione dovrebbe muovere dalla domanda: che intenzione aveva chi ha scritto il pezzo?
Dopodichè si può valutare la scelta della forma usata, e se l'obbiettivo è raggiunto.
Esempi:
se voglio fare un brano per ballare non userò la forma dei preludi.Se con la mia canzone balli allora ho raggiunto il mio obbiettivo.
Se voglio farti pensare non scriverò il ballo del qua-qua.
Se voglio "smuovere le coscienze" scriverò la Buona Novella di De andrè eccetera eccetera.
Se voglio fare i soldi inventerò Britney Spears.
La forma è un mezzo non un fine, e andrebbe valutata in relazione al contesto e alle intenzioni dell'autore.
Mi chiedo quali siano le intenzioni degli Stratovarius...ih ih ih..
stanno tutti inguaiati!
Ah ah... con questa m'hai fatto sta troppo bell...
"Se voglio fare i soldi inventerò Britney Spears."
Al di là della musica suonata che arriva a pochi, diciamo anche solo agli addetti ai lavori, quel che resta nel pop è il testo (e tutto ciò che essa implica: metrica, rime, giochi di parole, citazioni, riferimenti, ecc).
Non ho capito bene cosa siano le "innovazioni linguistiche" in questa frase: "I cambiamenti e le innovazioni linguistiche in musica sono rari e procedono a passo di tartaruga".
Alla prossima.
Le innovazioni linguistiche.
I linguaggi, tutti, sono soggetti a cambiamenti, la musica non fa eccezzione; il pop per come noi lo intendiamo (sostanzialmente la musica popolare anglo -americana, derivata, riusata, rimasticata, soprattutto edulcorata e filtrata dal canto melodico italiano) si basa su un certo numero di giri di accordi, forme ritiche semplici (4/4) intro-strofa-ritornello; più o meno è cosi da 50-60 anni.Il fatto che un linguaggio predomini per 50 anni non è per niente strano nella storia della musica, questo intendevo le regole per la costruzione delle canzoni sono quelle, e i cambiamenti le innovazioni di queste regole sono rarissimi.
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